venerdì 19 settembre 2014

La realtà di Elisabetta Crisponi

...giovane pittrice, fortemente coinvolta dall’arte surreale nel magico mondo della fantasia, si esprime in questi primi passi di artista con vocaboli plurimi tra quelli del Surrealismo, della Metafisica e del Realismo magico....


La realtà di Elisabetta Crisponi. ....

La pittura di Elisabetta Crisponi è da considerare, dunque, un altro passo nell’arte al femminile tra la tradegia di Gentilleschi e la sensualità di O’Keeffe.


a cura di Denitza Nedkova

« Pensavano che anche io fossi una surrealista, ma non lo sono mai stata. Ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni. » 1953Magdalena Carmen Frida Kahlo y Calderón.


Queste parole della celebre pittrice sembra che si adattino perfettamente anche al fare arte di Elisabetta Crisponi. La giovane pittrice, fortemente coinvolta dall’arte surreale nel magico mondo della fantasia, si esprime in questi primi passi di artista con vocaboli plurimi tra quelli del Surrealismo, della Metafisica e del Realismo magico.
In quanto questi linguaggi artistici usano lo stesso dizionario per esprimere idee diverse ci preme analizzare quanto Elisabetta e’ vicina a Frida e quanto ne e’ lontana.

Ricordiamo come lo stesso padre del Surrealismo, Andre’ Breton, nel 1938 proclama la pittrice messicana ‘una surrealista creatasi con le proprie mani’. Ma la visione di Kahlo e’ ben lontana dal surreale:la fantasia le serve non per allontanare la logica e entrare nell’inconscio, ma t’ la sua vita che cerca di rappresentare tramite simboli.

Ebbene Crisponi attinge a entrambi e cerca ancora la propria strada, visionaria e nello stesso tempo realista. Non di una contraddizione si tratta ma di un’arte a figurazione, sempre impegnata in una qualche rappresentazione. Un’assoluta oggettività e nello stesso tempo una assoluto soggettività, quindi realismo distaccato dal senso immediato della storia. E’ la creazione di un mondo di oggetti definiti ma al tempo stesso lontani da un fondamento reale. Come dice De Chirico “ Perche un’opera d’arte sia veramente immortale e’ necessario che esca completamente dai confini dell’umano. Detto cio, e’ evidente che il lavoro di Elisabetta Crisponi non e’ surreale, ma come quello di Frida, appartiene alla realtà vissuta, pensata e dunque raffigurata, vicina alla nuova oggettività del realismo magico.
Il lavoro di Crisponi rinuncia al rapporto ossessivo con il proprio corpo di Frida, per dare tutto lo spazio ai abili giochi di simbolismi e associazione. L’autobiografismo utopico si trasforma in utopica biografia della realtà. Elementi fantastici vengono accostati a oggetti in apparenza incongruenti.
Come nell’arte di Salvador Domènec Felip Jacint Dalí i Domènech si percepisce l’influenza dei maestri rinascimentali che spinge Elisabetta, come Frida, a cercare il virtuosismo nel disegno e l’abilita’ tecnica nella pittura. Quest’ultimi caratteristici anche del Simbolismo, fedele compagno sia del Surrealismo, che della Metafisica e il Realismo Magico.
Ma oltre l’immagine di per se e la sua costruzione, e’ interessante anche la scelta cromatica di Crisponi.
Il realismo, il colore e la luce sono i tre elementi fondamentali come per i pittori veneti da sempre cosi per là Impressionismo e tutti i suoi derivati (Macchiaioli, Pointillism etc.), elementi che troviamo importanti anche nei lavori di Crisponi. Da un’ampia gamma cromatica emerge la profondità dell’immagine non metafisicamente sterile, ma reale e vissuta come nei fantastici mondi reali di Frida Khalo.

La pittura di Elisabetta Crisponi e da considerare, dunque, un altro passo nell’arte al femminile tra la tradegia di Gentilleschi e la sensualità di O’Keeffe.

Settembre, 2012
Denitza Nedkova

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